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Basta morti: riportiamoli indietro, richieste asilo in Nord Africa

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Il ministro degli Interni tedesco De Mazière attacca Alfano: basta morti, richieste d'asilo in Nord Africa

BERLINO. 6 NOV. Ora basta caos migranti e sciagure nel Mediterraneo. Una soluzione c’è: “Riportiamoli in Africa” ha detto oggi il ministro degli Interni tedesco Thomas De Maizière, che poi ha attaccato Alfano e Renzi spiegando che l’Italia non è stata lasciata sola.

In sostanza, secondo De Maizière, i migranti salvati in mare devono essere riportati da dove arrivano, ossia sulle coste del Nord Africa: “Eliminare la prospettiva di raggiungere l’Europa potrebbe farli astenere dal rischiare la vita affrontando un viaggio pericoloso”. Inoltre, la misura potrà anche stroncare le organizzazioni criminali di trafficanti di esseri umani.

Il progetto del ministro dell’Interno tedesco è stato riferito da un portavoce del governo al giornale tedesco Welt am Sonntag.

I migranti, una volta riportati in Tunisia, Egitto o altri Paesi del Nord Africa, anche attraverso appositi centri, potranno avanzare alla UE le loro richieste d’asilo che, se accettate, consentiranno il trasferimento in Europa in modo senz’altro più sicuro e quindi la fine delle tragedie nel Mediterraneo.

Le autorità tedesche hanno calcolato che fino alla fine dell’anno arriveranno in Germania meno di 300mila migranti a fronte degli 890mila (soprattutto profughi siriani) registrati nel 2015. Lo ha reso noto l’Ufficio federale per le migrazioni e i richiedenti asilo (Bamf). Il mese scorso il ministro dell’Interno tedesco aveva annunciato che la cifra di richiedenti asilo in Germania nei primi nove mese del 2016 era ferma a quota 213mila.

In Italia, quest’anno, finora ne sono sbarcati oltre 160mila, ossia un numero allarmante perché ha superato quello dei migranti arrivati nel 2012, 2013 e 2014 messi insieme (nei primi 10 mesi del 2015 entrarono 140mila migranti). Per la maggior parte si tratta di giovani maschi, provenienti da Nigeria (circa 21%), Eritrea (12%), Gambia, Sudan e Costa d’Avorio (7% ciascuno), Guinea (6%), Somalia, Senegal e Mali (5% ciascuno).